BANDO “PARCO AGRISOLARE”: COME DIMENSIONARE L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Per ottenere il contributo del bando “Parco Agrisolare” del PNRR, le aziende agricole e di trasformazione dei prodotti agricoli sono tenute a realizzare impianti fotovoltaici destinati a soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda, incluso quello famigliare. Vediamo cosa significa. 

IMPIANTI FOTOVOLTAICI PROGETTATI PER L’AUTOCONSUMO

I contributi del bando “Parco Agrisolare” sono destinati al settore agricolo. Gli impianti fotovoltaici realizzati dalle aziende di produzione primaria e di trasformazione di prodotti agricoli devono essere progettati ai fini dell’autoconsumo. Ciò significa che, per poter stabilire la potenza dell’impianto, dovrò aver quantificato i fabbisogni energetici dell’azienda.

I contributi del bando “Parco Agrisolare” sono destinati al settore agricolo. Gli impianti fotovoltaici realizzati dalle aziende di produzione primaria e di trasformazione di prodotti agricoli devono essere progettati ai fini dell’autoconsumo. Ciò significa che, per poter stabilire la potenza dell’impianto, dovrò aver quantificato i fabbisogni energetici dell’azienda.

COSA INTENDE IL BANDO PER FABBISOGNO ENERGETICO DELL’AZIENDA

Si intende “il fabbisogno energetico delle utenze elettriche e termiche che insistono sul medesimo sito produttivo/unità locale in cui è ubicato il fabbricato/edificio/manufatto destinatario dell’intervento da realizzare. Fra queste possono essere incluse anche le utenze famigliari”.

Attenzione! Nel Regolamento Operativo del bando non è esplicitato che tali consumi debbano essere riferiti ad un unico POD elettrico (punto di riconsegna dell’energia elettrica) o ad un unico PDR (punto di riconsegna del gas naturale), in caso di utenze metanizzate. Ciò fa pensare che il nuovo fotovoltaico, benché connesso ad un POD aziendale, possa essere progettato per la condivisione dell’energia fra più utenze, qualora ad esempio la stessa azienda abbia più di un POD.

Altra nota, a nostro parere, importante è la seguente: la produzione di energia elettrica “non dovrà essere superiore del 5% della somma dei consumi medi annui di energia elettrica e degli eventuali consumi equivalenti associati all’uso diretto di energia termica e/o di combustibili utilizzati per la produzione di energia termica ad uso dell’azienda nel sito in cui è realizzato l’intervento”. Sembra, quindi, che con questi contributi si vogliano stimolare le aziende agricole ad andare verso l’elettrificazione completa dei propri consumi, consentendo di dimensionare l’impianto in modo da soddisfare i consumi elettrici (reali) e quelli termici calcolati.

COME STABILIRE I FABBISOGNI ELETTRICI

Si fa riferimento ai consumi medi annui di energia elettrica.

Per stabilire i consumi medi annui di energia elettrica occorre:

  • Avere a disposizione le bollette degli ultimi 5 anni, riferite all’anno solare (1 gennaio – 31 dicembre)
  • Scegliere come fabbisogno elettrico il valore maggiore dei consumi elettrici degli ultimi 5 anni.

Sono individuati due casi particolari:

  1. Azienda avviata dopo il 1° gennaio 2021 (e comunque non oltre il 30 settembre 2021). È consentito stabilire i consumi a partire dalle bollette disponibili, effettuando una proporzione sui mesi di effettivo consumo (che dovranno essere al minimo pari a un intero trimestre) rapportati ai dodici mesi solari.
  2. Azienda agricola non connessa alla rete elettrica. In questo caso i consumi elettrici non sono attestabili da bollette. L’azienda può realizzare impianti da 6 KWp o superiori, basandosi sui consumi di energia termica.

COME STABILIRE I FABBISOGNI TERMICI

Si tratta dei consumi medi annui di combustibili o di energia termica, che dovranno essere convertiti in energia elettrica equivalente.

Ogni azienda può scegliere se inserire o meno i fabbisogni termici nel calcolo dei fabbisogni totali, tenendo conto che il fabbisogno termico non può superare quello elettrico. In altre parole, si potrà al massimo raddoppiare i consumi elettrici reali.

Per stabilire i consumi medi annui di energia termica occorre:

  • Avere a disposizione fatture d’acquisto dei combustibili, o altri documenti utili, degli ultimi 5 anni, riferite all’anno solare (1 gennaio – 31 dicembre)
  • Scegliere come fabbisogno termico il valore maggiore dei consumi termici degli ultimi 5 anni
  • Trasformare il fabbisogno termico in energia elettrica equivalente, secondo la formula indicata nel bando.

I fattori di conversione in tonnellate equivalenti di petrolio sono indicati nel bando stesso.

Anche in questo caso, se l’azienda è stata avviata nel 2021, sarà possibile riferirsi al periodo di attività per cui sono disponibili fatture o altri giustificativi.

COME STABILIRE LA POTENZA DELL’IMPIANTO DA REALIZZARE

A questo punto occorrono le informazioni riguardanti il sito di installazione, e cioè:

  • Le coordinate geografiche
  • L’inclinazione del tetto
  • L’orientamento della falda o comunque dei pannelli
  • L’estensione della copertura disponibile per il fotovoltaico.

Il dimensionamento dovrà essere fatto utilizzando esclusivamente il tool online denominato “PVGIS” del JRC (Joint Research Centre della Commissione Europea)), disponibile al seguente link https://re.jrc.ec.europa.eu/pvg_tools/it/. Questo applicativo richiede l’inserimento di alcuni parametri di riferimento, da valorizzare come di seguito indicato:

  •  “Database di radiazione solare” = “PVGIS-SARAH2”;
  •  “Perdite di sistema [%]” = 14%.

Andranno infine inseriti parametri di progetto specifici dell’impianto, che saranno stabiliti dal progettista, e cioè:

  • Tecnologia FV: Silicio cristallino, silicio amorfo, ecc.
  • Potenza FV di picco [kWp]: indicativamente individuata per coprire i fabbisogni precedentemente stimati
  • Posizione montaggio: Sul tetto / Integrato nell’edificio

Il tool riconsegnerà una serie di dati di funzionamento dell’impianto in progetto, fra cui il valore dell’energia elettrica prodotta (“Produzione annuale FV [kWh]”). Se tale valore risulterà superiore almeno del 5% dei fabbisogni energetici sarà necessario ridurre la potenza di picco inizialmente prevista fino a rientrare nei valori concessi.  

Rimandiamo comunque alla lettura del Regolamento Operativo del bando per avere una migliore comprensione della procedura e del tool PVGIS.

NOSTRE CONSIDERAZIONI FINALI

Alcune associazioni di categoria hanno criticato questa impostazione, sostenendo che non stimola realmente a sfruttare tutte le coperture disponibili per fare rinnovabili.

Per ora le nostre considerazioni in merito sono:

  • I fabbisogni energetici sono stabiliti in base ai consumi storici (5 anni) ma l’azienda potrebbe ridurli andando anche a riqualificare energeticamente; in questo caso si avrebbe comunque un surplus di energia da immettere in rete o condividere.
  • L’impianto può essere dimensionato per soddisfare anche i fabbisogni termici e, in tal caso, il bando non impone necessariamente all’azienda di elettrificarsi; anche in questo caso si avrebbe un surplus di energia da immettere in rete o condividere, almeno fino a quando l’azienda non decida di abbandonare l’utilizzo di combustibili fossili.
  • Le aziende di trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli non hanno nessun vincolo di dimensionamento.

In Emilia-Romagna, l’occasione del bando è appetibile soprattutto per i giovani agricoltori o per le piccole imprese. Una buona fetta dell’investimento rimane comunque in capo al beneficiario, che può sostenerlo direttamente oppure trovare altre opportunità di finanziamento. Fra queste, citiamo a titolo di esempio e in maniera non esaustiva:

  • il Piano di Sviluppo Rurale
  • gli incentivi del Decreto FER 1
  • gli incentivi per le Comunità Energetiche o per l’Autoconsumo Collettivo
  • il finanziamento tramite privati (contratti con ESCo o Power Purchase Agreement).